Musiche rare sugli strumenti della Collezione Tagliavini

13.10.2023

Un affascinante viaggio attraverso le principali corti europee del primo Seicento, in cui la musica fungeva da strumento di dialogo tra i vari governi. Nella serata dell'11 ottobre, la clavicembalista Catalina Vicens eseguirà al Museo San Colombano di Bologna brani dei più importanti musicisti che hanno agito come ambasciatori culturali all'estero, trasmettendo un dialogo tra diverse tradizioni e contaminazioni. "Europa '600 - Dialoghi musicali" è infatti il titolo dell'appuntamento di apertura della nuova stagione concertistica del museo di Via Parigi che ospita la Collezione di strumenti antichi che Ferdinando Tagliavini donò oltre 10 anni fa a Genus Bononiae per farne appunto un museo vivo, dove i circa 100 strumenti che vi sono conservati sono tutti suonabili. Da domani, dunque, da William Byrd a Orlando Gibbons, da John Dowland a Louis Couperin fino a Peter Philips e a Girolamo Frescobaldi, Catalina Vicens, che della Collezione Tagliavini è anche la conservatrice, guiderà il pubblico attraverso preludi, pavane, toccate, gagliarde, correnti e passacaglie suonate su alcuni preziosi strumenti a tastiera di quella collezione: la Spinetta traversa di Louis Denis costruita a Parigi nel 1681, il clavicembalo di Giovanni Battista Giusti di Lucca costruito a Ferrara nel 1679, il clavicembalo di Mattia de Gand fatto a Roma nel 1685 e un'altra spinetta traversa all'ottava realizzata anch'essa a Roma da Silvestro Albana nel 1617. Il tutto immerso tra gli splendidi e affascinanti affreschi, tra cui molti della scuola dei Carracci, che l'ex Chiesa di San Colombano e l'annesso Oratorio custodiscono. I primi due decenni del XVII secolo videro un notevole sviluppo della musica strumentale in Europa, favorito da un fervente scambio di musicisti tra i paesi e dalla crescente consapevolezza degli stili nazionali. La Guerra dei Trent'anni, iniziata nel 1618 quando l'Imperatore Ferdinando II fu deposto come Re di Boemia e sostituito da Federico V del Palatinato, innescò un movimento di artisti in esilio. Si creò così una sorta di fusione di influenze che contribuì a creare un patrimonio musicale unico nella Barocca Europa.