Con Daniele Salvati: intervista all'artista di "Alberi"
Intevista esclusiva con Daniele Salvati, un artista che compone musica elettronica sperimentale e fa ricerca nel campo dell'elaborazione e dell'analisi del suono. Le sue creazioni nascono al computer, da elementi generati con processi di sintesi e algoritmi per la manipolazione audio, attraverso un procedimento volto a scolpire in sinergia i suoni e i loro mutamenti.

Mi ritengo un artista influenzato dalla scienza, e uno scienziato influenzato dall'arte.
Essendo un artista emergente ma già con diversi risultati conseguiti ci racconti in breve che artista sei?
Sono un artista e uno scienziato affascinato dal suono a trecentosessanta gradi. Da molti anni mi occupo di ricerca scientifica sull'analisi ed elaborazione audio, e compongo musica elettronica con una visione sempre aperta alla sperimentazione. Nelle mie creazioni, però, il mio obiettivo è trovare un equilibrio fra dimensione intellettuale/sperimentale e quella dell'emozione/sensazione. Mi ritengo quindi un artista influenzato dalla scienza, e uno scienziato influenzato dall'arte.
Quali sono le tue influenze e i tuoi riferimenti musicali?
I miei riferimenti sono legati sicuramente alle musiche di sperimentazione e di ricerca, da quella elettronica e concreta dei pionieri dei grandi centri laboratoriali alle avanguardie delle periferie.
Come componi? Senti un tema musicale nella tua mente o è più basato sulla creazione da sensazioni?
Parto sicuramente dalla creazione di sensazioni. Nelle mie composizioni le strutture armoniche fanno da radice alla forza espressiva del timbro e alle sue variazioni, a volte anche micro-variazioni, in totale libertà e senza vincoli dati dal sistema temperato. Da queste sensazioni certamente poi può nasce un tema musicale nella mia mente che sviluppa e arricchisce la composizione.
Come è nato il tuo ultimo album "Alberi"?
Nasce con l'idea di raccontare/suscitare un viaggio interiore attraverso sette movimenti. Nelle prime tracce ci sono elementi armonici ben strutturati, che man mano si fanno più impalpabili, aperti e ipnotici nelle tracce successive. In questo percorso i suoni elettronici sono elementi a mio avviso molto adatti per esplorare/sollecitare dimensioni spesso quasi invisibili.

In quale momento della giornata componi? È dettato da un'urgenza espressiva o mediti e pianifichi il tutto con scrupoloso criterio?
Si tratta per la maggior parte delle volte di urgenze espressive a cui cerco di dare nutrimento. Mi rivolgo alla composizione con un approccio fondamentalmente intuitivo: mi immergo nei suoni e nel loro fascino immateriale che espande spazi all'immaginazione e all'emozione.
Un tempo erano le case discografiche a dettare il bello e cattivo tempo, poi la crisi del disco con l'avanzare delle nuove tecnologie. Oggi è tutto a portata di tutti. Musica e social network, che ne pensi?
Le nuove tecnologie, che non sono mai neutre, ma hanno sempre un effetto culturale e sociale, hanno profondamente influenzato le nostre vite. L'industria discografica si è adattata a questo nuovo mondo di Internet e dello streaming, mi sembra tutto sommato con buoni risultati. E anche per un artista le piattaforme sono certamente una grande opportunità.
Cosa risponderesti a chi ti chiede perché dovrebbe ascoltare la tua musica?
Può farti sentire/immaginare le cose da una prospettiva diversa.
Per te il senso della musica in che cosa consiste? O se credi, il fine di far musica?
È una delle più belle manifestazioni del nostro essere umani. Un mistero…

Ci potresti gentilmente anticipare qualcosa circa i tuoi prossimi progetti?
Negli ultimi dieci anni mi sono dedicato con libertà alla sola composizione. Ho scritto molto materiale, ed è quindi nata ad un certo punto l'esigenza di iniziare a pubblicarlo. L'incontro con la Blue Spiral Records è stato quindi fondamentale in questa direzione. Alberi è l'inizio di un'idea più ampia. Sto lavorando al momento a un nuovo album che idealmente prosegue la narrazione.